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Andrea Di Cesare si racconta: musica, famiglia e sogno americano

Ciao Andrea , benvenuto da Capitan Moro.
Grazie mille per aver accettato il nostro invito, per noi è un onore averti qui con noi per quattro chiacchiere.
Iniziamo. Ci dici qualcosa in più su di te?
Ciao ragazzi, grazie a voi.
Allora: vivo a Bracciano, sono alto 1.73, sposato con una moglie magnifica, che mi sopporta. Ho un figlio di due anni, ingegnosissimo, che “suona” la batteria.
A parte questa “parentesi”, ho in cantiere di trasferirmi a vivere e suonare in America e sto costruendo una corsia preferenziale per farlo. Sono tre anni che vado di continuo con il mio progetto sia da solista (Violino e Batteria) sia per promuovere la mia scuola per violino Pop/Rock. Ad oggi, questo interesse sta crescendo sempre più.

Cos’è per te la musica? Quali emozioni riesce a darti?
La musica è vita, la musica è energia, una scintilla, la musica è unione, è un ricordo lontano. La musica è passione, è condivisione. La musica è lacrima, un sorriso, un abbraccio. La musica è rabbia. La musica è medicina curativa. La musica è benessere. La musica è momenti di vita. La musica è la sottolineatura della tua vita. La musica è Dio, religione: è la mia vita.
L’emozione che mi da è indescrivibile, contiene tutte le emozioni. Quando suono, vivo una esperienza divina, mi lascio andare a quella gioia che mi da, trasmettendo il mio vissuto a chi mi ascolta. Sono un tramite di emozioni.

A che età hai cominciato a suonare il violino?
Avevo 5 anni. Ho iniziato con grande passione e voglia di arrivare. Ero convinto, già a quella età, che sarebbe stato la mia vita ed il mio lavoro.

Hai qualche punto di riferimento? Qualche fonte di ispirazione?
Mi piacciono molto Andrew Bird, Jean-Luc Ponty.

Sappiamo che, di recente, la Yamaha ti ha scelto come testimonial internazionale. Bella soddisfazione, eh?!
Veramente bella, sono orgoglioso che mi abbia scelto, perché abbiamo gli stessi intenti: far crescere l’interesse del violino elettrico e del suo utilizzo nella musica moderna.

Tutti noi, da qualche anno, ti conosciamo soprattutto come il violinista della band di Fabrizio Moro.
Come si è creato questo legame?
Ho conosciuto Fabrizio, grazie a Pier Cortese. Fece il mio nome per comporre l’orchestra nel disco “L’inizio”, e da lì fu un inizio coinvolgente, subito grande sintonia tra me e Fabrizio, mi fece aprire i suoi concerti con il mio disco “Big Bang”, Violino e Batteria durante i concerti invernali del 2014 per poi proseguire con questo disco, uscito da poco, come direttore d’orchestra ed arrangiatore degli archi. E i concerti invernali ed estivi. Veramente una bellissima unione.

Sul palco sembra proprio che vi “divertiate come pazzi”.
Com’è suonare con Fabrizio?
Suonare con Fabrizio è un bellissimo modo per sottolineare con il mio violino momenti di vita vissuta, verità che tutti noi possiamo rispecchiarci, storie e raccontate con una voce grintosa, a volte dolce e a volte rabbiosa.

Il Tour Delle Girandole estivo è ormai agli sgoccioli. Manca solo l’ultima tappa, a Grosseto.
Quali sono i ricordi migliori?
I viaggi, divertenti e misteriosi. Sul palco le note suonate tutti insieme, condividendo le energie.

Desideri, progetti per il futuro? 
Mi piacerebbe riuscire a creare, nei conservatori, e nelle università Americane, la mia scuola per Violino Pop/Rock. Perché ritengo che la conoscenza approfondita sul mestiere del violinista pop sia importante quanto studiare la musica Jazz o classica. Ha la stessa rilevanza.

Noi di Capitan Moro ti auguriamo di ottenere molti altri grandi risultati e ci auguriamo che questo sodalizio artistico con Fabrizio e la sua band, nonostante i tuoi numerosi impegni, possa comunque proseguire.
Grazie ancora per la gentilezza.
A presto maestro e… in bocca al lupo per tutto!

Capitan Moro

Intervista a cura di: Mattia Conti, Antonio Mennuni, Andrea Losno.

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Intervista a Matteo Gabbianelli dei kuTso

Eccoci qua con un’altra sorpresa per voi.
Vi proponiamo qui di seguito la nostra seconda intervista: “ospite” di oggi Matteo Gabbianelli dei kuTso!

Partiamo dall’inizio. Come è nata in te la passione per la musica?
Fin da bambino ero solito cantare “figaro qua, figaro là” in mezzo alla gente a squarciagola imitando i cantanti lirici.

E come venuta fuori l’idea di questo gruppo?
Ho cominciato a comporre robaccia al computer un po’ per gioco, un po’ per studio (all’epoca studiavo musica elettronica al D.A.M.S.) con l’aiuto di mio fratello Fabio Gabbianelli e coinvolgendo tutta la mia famiglia con improbabili featuring vocali. Negli anni, essendosi sciolti tutti i progetti importanti in cui suonavo la batteria, ho avuto la necessità di far diventare i kuTso la mia band vera e propria e ho fatto del cantare la mia attività principale.

Come mai il nome kuTso?
Perché mi piace dire e fare cose che per molti rappresentano dei tabù, mentre per me sono solo parole e azioni umane inoffensive.

Vi abbiamo visto il primo maggio al concertone in piazza San Giovanni. Com’è andata? E’ stata una bella esperienza?
E’ stato tutto molto veloce. Non sono pienamente soddisfatto della nostra performance, ma comunque mi è parso di capire che la gente sotto il palco e davanti alla televisione abbia apprezzato l’esibizione e capito lo spirito festaiolo, sgangherato e surreale che ci caratterizza.

Sappiamo che siete anche in tour. Prossime tappe? Come sta procedendo la tournèe?
Anche quest’anno stiamo suonando moltissimo in giro per l’Italia, tutti i nostri concerti sono consultabili su www.kutso.com . Quest’anno abbiamo alcuni appuntamenti importanti: il 1 giugno saremo al Meeting del Mare a Salerno in apertura ai Gogol Bordello, il 12 giugno suoneremo al Magnolia di Milano e quest’estate apriremo un concerto a Rock in Roma, ma ancora ci devono comunicare la data e l’artista a cui faremo da supporter.

Hai collaborato con Fabrizio Moro nel suo ultimo album “L’Inizio”. Com’è stato?
E’ stata un’esperienza intensa e totalizzante che mi ha fatto conoscere un artista e una persona straordinariamente umana e disponibile quale è Fabrizio. A mio avviso con questo disco ha fatto un salto di qualità che lo ha portato a toccare aspetti del suo songwriting che non si erano espressi a pieno nei suoi precedenti lavori. Le canzoni sono tutte veramente belle ed intense. Sono onorato di aver suonato le batterie dell’”Inizio” e di averlo prodotto nel mio studio (kuTso Noise Home) sotto la direzione artistica di Pier Cortese e con l’aiuto di Emiliano Esposti. Ci siamo fatti anche tante risate insieme!

Avete anche aperto alcuni suoi concerti. Che cosa si prova? E’ un pubblico diverso?
Molti mi avevano avvertito che suonare prima di Fabrizio sarebbe stato difficile perché il suo pubblico è praticamente un “esercito” fedele al suo idolo, invece ho visto molta disponibilità all’ascolto e propensione a lasciarsi andare anche con la band di supporto. Insomma ho potuto notare che la gente che ascolta Fabrizio è composta da persone che amano la musica a 360 gradi.

Che cosa pensi del percorso che sta facendo Fabrizio? Si sta guadagnando sempre più popolarità?
Credo che Fabrizio faccia bene ad andare per la sua strada fregandosene dell’establishment musicale. Il pubblico che lo segue è enorme e cresce giorno dopo giorno in tutta Italia. Credo infatti che nei prossimi anni diventerà un punto di riferimento saldo nel panorama musicale italiano. Noi facciamo il tifo per lui!

Grazie mille per la disponibilità, a presto!
Ciao ragazzi e grazie dell’attenzione!

Buon compleanno Simone!

La redazione di Capitan Moro fa tanti auguri di buon compleanno a Simone Cetorelli.
Cogliamo l’occasione per ringraziarlo ancora una volta per averci concesso una splendida intervista.
Per chi non l’avesse ancora letta ecco il link: https://capitanmoro.com/2014/05/03/intervista-a-simone-cetorelli/

TANTI AUGURI, DI CUORE!

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